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I grani antichi: conosciamoli insieme


La società moderna ci ha assuefatto a molte cattive abitudini, una di queste è l’uso sproporzionato di farine raffinate come la farina 0 e la 00, ma dall’antichità vengono farine speciali di grani antichi che sono ricche di benefici, andiamo a conoscerle.

Cosa e quali sono i grani antichi

Lo studio della nostra storia recente ci racconta come alla fine degli anni cinquanta del novecento, per aumentare esponenzialmente la quantità dei raccolti, il grano è stato modificato geneticamente.

Questa modificazione genetica, unita all’uso quasi giornaliero da parte dell’uomo, pare abbia portato ad intolleranze e addirittura ad un aumento di persone affette da celiachia.

Negli ultimi anni, in linea con un’attenzione maggiore per la salute, si sta tornando a parlare e anche ad utlizzare prodotti legati ai cosiddetti grani antichi.


Si definiscono così tutti i grani coltivati prima di questo cambiamento genetico, si definiscono “antichi” solo perché abbandonati e sostituiti dalle varietà più raffinate e facili da coltivare.

Tra le varietà più conosciute di grani antichi possiamo ricordarvene alcune:

  • Il khorasan: o chiamato anche Saragolla, era coltivato prima in Egitto e poi anche nella nostra penisola. Usato spesso per la pasta, ha un colore giallo marcato e un alto contenuto di glutine;
  • Il timilia: del quale si hanno tracce da più di 2000 anni, grano tipico delle terre brulle della Sicilia. Al contrario del precedente è povero di glutine ma ricco di proteine;
  • Il Solina: grano nato e sviluppatosi nell’interno dell’Abruzzo, cresce anche ad altitudini importanti e ha un sapore intenso e un colore ambrato. Utilizzato soprattutto per fare il pane o la pasta.
  • Il Farro Monococco: il capostipite della filiera del grano duro. Le sue notizie risalgono a diecimila anni fa e nel Medioevo fu abbandonato in Europa. Ricominciò ad essere coltivato soprattutto in Russia e in Africa e qui in Italia lo troviamo solo in alcune aziende toscane.

Perchè preferire i grani antichi?

La risposta non è univoca. Ci sono varie teorie a favore dell’uso quasi esclusivo di questo tipo di grani.

Innanzitutto sono meno raffinati, e i benefici legati all’uso di farine meno lavorate sono ormai famosi.

Pare contengano meno glutine, o comunque la loro percentuale incide di meno sulle persone intolleranti, e sono decisamente più digeribili.

Sicuramente sono meno trattati, perchè tutti provengono da agricolture biologiche.

Quindi perché non provare a tornare a mangiare grani antichi?

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