Gli oli di semi, che si ricavano da semi e frutti di piante diverse dall’olivo, per la frittura spesso vengono preferiti all’olio di oliva, soprattutto per il loro sapore più delicato.
Non tutti gli oli di semi, però, per via della loro composizione, si prestano ad essere usati per friggere gli alimenti.
Ecco quale olio di semi scegliere per preparare una frittura buona e sana.
Oli di semi adatti alla frittura
Per valutare se un olio di semi è adatto per friggere dovete assicurarvi che abbia un punto di fumo elevato ed una bassa concentrazione di acidi grassi polinsaturi.
Il punto di fumo dell’olio, cioè la temperatura massima che questo può raggiungere prima di cominciare a bruciare e a decomporsi, liberando sostanze tossiche, deve essere alto, poiché alte sono le temperature necessarie per friggere gli alimenti.
E’ importante, inoltre, che l’olio contenga pochi acidi grassi polinsaturi, che alle elevate temperature diventano instabili e producono residui nocivi per il nostro organismo.
Olio di semi di arachidi
L’unico olio di semi davvero adatto alla frittura è l’olio di semi di arachidi.
Quest’olio ha un punto di fumo di circa 180° C, il che significa che è in grado di sopportare benissimo le elevate temperature necessarie per friggere.
E’ un olio molto ricco di acidi grassi, ma si tratta per la maggior parte di acidi grassi monoinsaturi, che in frittura non rischiano di rilasciare residui tossici.
Oli di semi raffinati
La maggior parte degli oli di semi, ad eccezione dell’olio di semi di arachidi, possiedono caratteristiche che li rendono inadatti alla frittura.
Questi oli, però, possono essere modificati industrialmente grazie ad un processo chiamato raffinazione.
Attraverso la raffinazione gli oli di semi assumono, oltre a caratteristiche organolettiche più piacevoli, anche un punto di fumo superiore rispetto ai corrispondenti oli non raffinati, ed è per questo che risultano più adatti ad essere usati in frittura.